domenica 28 ottobre 2007

IL BORGO DI CASAPUZZANO NEL MIRINO DEI PALAZZINARI di Titti Beneduce (domenica 28 ottobre 2007 - Corriere del Mezzogiorno)


NAPOLI — C’è un castello medievale con il cammino di ronda ancora intatto e
i comignoli che svettano lungo il percorso. C’è una piazzetta con i tigli,
le panchine e la fontana. C’è, insomma, un antico borgo contadino che in un
altro Paese sarebbe tutelato e valorizzato. A Casapuzzano, frazione di Orta
di Atella, invece, lo si sventra. Di fronte al castello sorgeva, fino a
poche settimane fa, il palazzo del Marchese di Bugnano. Lo ha in parte
demolito la società che lo ha acquistato per realizzare appartamenti: 54, è
scritto nella concessione, ma c’è chi dice che c’è in programma di
costruirne molti di più. Un paio di giorni fa sono arrivati i carabinieri e
hanno sequestrato il cantiere, riscontrando difformità tra i lavori e la
concessione. Ma proprio questo è il punto: la concessione. È possibile che
si autorizzi la costruzione di un alveare di cemento in un piccolo centro
storico? Accadeva negli anni Settanta e soprattutto dopo il terremoto del
1980, quando, con la scusa della ricostruzione, la camorra faceva affari da
miliardi di lire col cemento. Ma oggi, nel 2007?

Una risposta si può trovare nelle ultime vicende di Orta di Atella, che da
piccolo centro agricolo del Casertano si è trasformata in città dormitorio
grazie al boom dell’edilizia. Lo scorso 8 maggio un terremoto scosse la
Regione Campania. Angelo Brancaccio, ex sindaco di Orta di Atella,
consigliere regionale Ds e segretario dell’ufficio di presidenza della
Regione, fu arrestato dai carabinieri di Caserta. L’inchiesta della Procura
di S. Maria Capua Vetere portò in carcere anche un agente della polizia
giudiziaria della stessa Procura, un imprenditore edile e un tecnico del
Comune di Orta di Atella; altri due tecnici finirono agli arresti
domiciliari. Peculato, corruzione, favoreggiamento, rivelazione di segreto
d’ufficio, calunnia, truffa, falso ed estorsione i reati contestati a vario
titolo agli indagati. Quelli ipotizzati per Brancaccio si riferivano al
periodo in cui era sindaco. Il politico, poi confluito con tutto il suo
gruppo nell’Udeur, è accusato di aver «strumentalizzato la funzione
pubblica a fini di personale strapotere», brigando per avere «informazioni
riservate su inchieste a carico suo e dei suoi elettori», minacciando un
cittadino «costretto a consentire la costruzione di un immobile di fronte
alla sua abitazione — scrive il gip Paola Piccirillo nell’ordinanza di
custodia cautelare — con minacce portate personalmente dal sindaco».
Brancaccio, in sostanza, è accusato di avere chiesto e ottenuto cospicue
tangenti in cambio di concessioni edilizie sconsiderate e fuorilegge.
Successivamente, gli è piovuta sul capo anche l’accusa di calunnia nei
confronti di un sottufficiale dei carabinieri. Nel Comune di cui è stato
sindaco Angelo Brancaccio e di cui oggi è sindaco Salvatore Del Prete, che
per anni di Brancaccio è stato il vice, non deve dunque stupire che si sia
autorizzata la costruzione di un alveare in un antico borgo contadino. Ma
c’è un’altra domanda alla quale pure bisognerebbe rispondere. La formula don
Paolo Gaudino, da otto anni parroco della chiesa di San Massimo: «Da dove
viene questo fiume di denaro che si sta riversando nella nostra cittadina e
che viene impiegato quasi esclusivamente per l’edilizia?». Nonostante
l’intervento dei carabinieri, che hanno bloccato il cantiere del Palazzo del
Marchese, don Paolo è pessimista: «È come un assedio. Una volta aperta una
breccia, lo sfondamento può tardare, ma è inevitabile. Mi chiedo dove sia lo
Stato. Costruire può anche significare portare sviluppo, ma non è quello che
sta accadendo qui. Questi non costruiscono: devastano, sventrano,
stravolgono il territorio». Chi raccoglie l’appello di don Paolo?

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